Lingua e popolo Giapponese

Il Giapponese: una lingua, molti sistemi di scrittura
Il giapponese è una lingua molto particolare la cui origine rimane ancora misteriosa. Una lingua che affascina, parte integrante della cultura e delle solidissime tradizioni giapponesi. Esistono ben due alfabeti fonetici giapponesi che si avvicinano al concetto dei nostri sillabari; ogni segno infatti non indica una lettera ma una sillaba. L’HIRAGANA è utilizzato comunemente per le parole giapponesi, mentre il KATAKANA viene usato principalmente per trascrivere le parole straniere in un testo giapponese. I due sillabari hanno lo stesso numero di segni e si riferiscono esattamente agli stessi suoni. A differenza dei cinesi che usano solo gli ideogrammi, i giapponesi usano in effetti un sistema misto di kanji (gli ideogrammi), hiragana (termini di uso comune) e katakana (per i termini stranieri). Fu proprio la Cina ad esportare in Giappone un sistema di scrittura vero e proprio: in questo lungo processo di importazione linguistica, molti termini della lingua cinese vennero assorbiti da quella giapponese. Le due lingue tuttavia, a parte dei termini comuni, sono evidentemente differenti.

Un popolo numeroso e longevo
E’ longevo il Giappone, è al decimo posto nel mondo per numero di abitanti con circa 128 milioni di persone. La popolazione giapponese oltre ad essere numerosa, risulta essere anche la più longeva al mondo. Nel 2001, le donne giapponesi per il diciassettesimo anno consecutivo hanno nettamente distanziato per longevità le popolazioni femminili del resto del mondo. Secondo un rapporto del ministero della sanità nipponico la durata media della vita delle giapponesi ha raggiunto gli 84,93 anni, con un incremento di 0,33 anni rispetto al 2000, mentre quella degli uomini è salita a 78,07 anni, con un aumento di 0,35 anni rispetto all’anno precedente. Tra i motivi di tale longevità sicuramente incidono le abitudini alimentari: l’alimentazione giapponese ha una bassa concentrazione di grassi, anche se la concentrazione salina è invece piuttosto alta. È vero però che la dieta delle nuove generazioni sta cambiando. Cibi grassi, come le carni rosse sono diventati un menu irrinunciabile che ha finito per cambiare anche le statistiche: la percentuale totale di grassi presente nella dieta è drasticamente aumentata del 7% negli ultimi 30 anni. In Giappone si usa festeggiare le persone più longeve. Innanzitutto si festeggiano i 60 anni, poi i 70, i 77, gli 80, gli 88, i 90, i 99 ed i 100 anni. Quasi sempre si riuniscono i parenti e si mangia tutti insieme. C’è anche l’usanza di regalare un gilet rosso, come quello da bambini, per la festa dei 60 anni. Il motivo è che in base al calendario tradizionale, trascorsi 60 anni dalla nascita, è come se si nascesse un’altra volta. L’altra faccia della medaglia è che la società giapponese invecchia rapidamente. Nel 2000, per la prima volta, gli anziani hanno superato i bambini: la popolazione di oltre 64 anni è il 17,7%, mentre quella inferiore ai 15 anni è il 14,4%. La popolazione del paese oltre i 64 anni nel 2020 sarà il 25%: la più alta del mondo.

Lo spirito dell’Hanami

Qual è lo spirito dell’ Hanami?
Chiudete gli occhi…immaginate un viale lungo a perdita d’occhio con i sakura sbocciati da ambo le parti, i rami che vengono verso di voi quasi per abbracciarvi e farvi partecipare alla gioia di questo evento, un leggero venticello che diffonde il loro profumo e trasporta i petali lungo le vi…lo avete visualizzato?

Questo è lo spirito dell’hanami
Marzo e Aprile sono i mesi prediletti da alcune tipologie di viaggiatori quali? Gli amanti dell’hanami. I paesaggi si tingono di Rosa realizzando dei veri quadri da copertina!

Hanami significa contemplazione dei fiori ma con il tempo è diventato un vero e proprio fenomeno sociale associato a bere e mangiare in compagnia. Ogni anno i giapponesi seguono sui giornali e sulle televisioni i bollettini del dell’agenzia metereologica giapponese che comunica lo stato di avanzamento della fioritura da sud a nord.

L’origine di questa tradizione ha radici lontane e risale al periodo Heian (794-1185) nella corte imperiale di Kyoto.

La fioritura dura parecchi mesi da febbraio, quando gli alberi fioriscono nelle isole meridionali fino a fine aprile quando fioriscono gli ultimi alberi nell’Hokkaido.
E’ il fiore di ciliegio (“sakura”) protagonista indiscusso dell’hanami. Molti sono i significati associati a questa fioritura: dalla bellezza femminile alla antica cultura dei Samurai.
Alcuni luoghi rappresentano un passaggio obbligato per godere della bellezza dell’evento; il Parco Maruyama a Kyoto, il parco Ueno a Tokyo, il castello Himeji e il castello Hirosaki sono alcuni tra i luoghi maggiormente amati dai Giapponesi. Prima, i giapponesi erano soliti osservare l’Ume che è l’albero di prugno. Poi successivamente con il progressivo distacco dalla Cina, ha acquisto maggiore importanze e consapevolezza il Sakura. A questa tradizione è associato una forte introspezione: caducità e brevità della vita come la fioritura dei petali del fiore. Rappresenta il ciclo della vita la bellezza della gioventù fino alla morte.

Un’antica credenza di chiama Hanabira: se un petalo del fiore cade sulla propria tazza di sakè porterà fortuna.
La sera Hanami cambia nome e diventa Yazakura la notte del ciliegio per continuare i festeggiamenti fino a tardi alla lube delel chochin tradizionali lanterne di carta colorate giapponesi.
L’hanami quindi oltre alla riflessione è diventato momento di incontro e viene festeggiato facendo dei picnic all’aperto. Molti giapponesi portano i i cibi da casa: onirgiri (polpette di riso) e zuppa di miso. La vera attrazione culinaria sono i cibi creati per l’occasione: michi e dango con fiori di ciliegio o la birra Asahi che propone una versione al ciliegio per i loro prodotti di punta. Tutti questi prodotti sono creati in edizione limitata e quindi conviene usufruirne!
Sebbene sia una tradizione strettamente giapponese oggi si festeggia in varie parti del mondo

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La Cucina in Giappone

La cucina

La cucina giapponese è una cucina raffinata e unica nel suo stile, molto diversa dalle altre cucine orientali. E’ impossibile disgiungere l’estetica dal sapore: la cura nella presentazione dei piatti e del vasellame hanno la medesima importanza del gusto stesso. In Giappone si valorizza con l’eleganza e la raffinatezza anche pochi semplici ingredienti. I sapori sono molto delicati e armonizzati secondo regole ferree utilizzando prodotti umili. Le regole di disposizione e taglio degli ingredienti sono molto complicate, i colori dei cibi devono essere in armonia fra loro, e lo stesso vale per le stoviglie nelle quali vengono servite. I giapponesi definiscono la loro cucina con la parola “SAPPARI”, che significa “pulita”, “leggera”, proprio perché la sua caratteristica principale è quella di rispettare la freschezza e la stagionalità di ogni cibo. Il riso è una componente fondamentale nella cucina giapponese. Può essere cotto come il riso all’aceto, cioè quello che accompagna il pesce nel Sushi o il Gohan, riso bianco al vapore, che, accompagna spesso un pasto giapponese (di fatto sostituisce il nostro pane). Questa parola viene anche utilizzata per riferirsi all’intero pasto (colazione “asa-gohan”, cena “ban-gohan”). I piatti tipici della cucina giapponese sono piuttosto variegati, il Sukiyaki, sottili lamelle di porro, tagliate a fettine e Tofu (formaggio a base di fagioli di soia); il Tempura, pesce e verdure passati in un finissimo impasto e poi fritti; il Sushi, riso all’aceto sormontato da pesce crudo; lo Yakitori pezzetti di carne di pollo e verdure passate alla griglia conditi con salsa di soia; il Tonkatsu, fettine di maiale panate e fritte, servite con cavolo crudo tagliato sottile; Sashimi, fettine di pesce crudo con salsa di soia. Anche la pasta ha una sua tradizione, l’Udon è una pasta fatta con farina di grano tenero e assomiglia a dei bucatini, come spessore e consistenza, ma senza il buco! In genere è servita con brodo di pesce o carne; la Soba tagliolini di grano saraceno, possono essere serviti anche freddi, la più diffusa sono gli Zaru Soba, si intingono in un brodo a base di pesce e soia a cui si può mischiare un po’ di Wasabi (simile al rafano verde, molto piccante) ed erba cipollina, caldi si servono già con il brodo a cui a volte si aggiunge la tempura, un uovo o tofu fritto. Da provare anche gli Yaki Soba, tagliolini fritti. Il Ramen, sono tagliolini di acqua e farina, serviti in una grande ciotola con il brodo di carne, pesce o verdure e posso essere guarniti con carne di maiale tagliata a fette, germogli di soia e porri. Un’altra specialità giapponese sono le zuppe, di solito non vengono servite come piatto principale ma accompagnano i piatti principali. Ce ne sono di molti tipi: Suimono, brodo di pesce, Misoshiro (zuppa di miso) e la Dashi (pesto di soia), zuppa a base di alghe Konbu e fiocchi di tonnetto secco. Vengono servite in ciotole laccate, con il coperchio per evitare che si raffreddino e si perdano gli aromi. Anche le salse sono molto importanti e numerose. Una delle più note è la salsa di soia, in giapponese Shoyu, la salsa Sukiyaki, che si usa per condire il piatto di carne che ha lo stesso nome e il Miso, ottenuto dalla soia, (ne esistono tantissime varietà) serve per le zuppe, la marinatura e il condimento dei piatti.

Consigli

A TAVOLA
Prima di iniziare a mangiare è educato dire: Itadakimasu, letteralmente: lo riceverò, equivale al nostro “buon appetito”. Al termine del pasto si dice Gochisosamadeshita, “il pasto è stato delizioso”. Quando si fa il brindisi si usa dire Kanpai! Equivale al nostro salute!

COSA NON FARE
Le “bacchette”! Evitare di immergerle in senso verticale nel vostro piatto di riso, in questo modo viene offerto ai defunti. Evitare anche di passare il cibo dalle vostre bacchette a quelle di un commensale: un rito buddista prevede che in questo modo i resti cremati del defunto facciano il giro fra i membri della famiglia. Cercare di non rovesciare la salsa di soia, specialmente sul riso e non mescolare le pietanze. Se si beve in compagnia di giapponesi è educato provvedere a riempire il bicchiere della persona che sta accanto a voi e poi attendere che vi ricambi.

COSA SI PUO’ FARE
Le zuppe si bevono direttamente dalle ciotole in cui sono servite e gli ingredienti solidi devono essere presi con le bacchette. I tagliolini, Udon, Soba o Ramen devono essere mangiati bollenti, quindi vanno risucchiati dal brodo rapidamente aspirando contemporaneamente aria per raffreddarli: questo fa emettere un “rumore” che in Giappone sta ad indicare che la pietanza è molto gustosa. La ciotola per essere portata tranquillamente all’altezza del petto.

ATTENZIONE AL WASABI !!!
Il Wasabi è una radice giapponese, simile al rafano verde, ha un sapore molto forte, pungente e stuzzicante, viene usata grattugiata finemente per arricchire il sapore del sushi e nello stesso tempo disinfetta o a volte viene anche presentato ammucchiato a forma di piccolo cono. Va usato in piccole dosi, magari sciogliendolo nella soia.
ATTENZIONE c’è ma NON SI VEDE!

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